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Sono stato un suo allievo qualche anno fa, ora sono già laureato e girovagando per Internet mi sono imbattuto in questo server Web. Qualcosa non va. Nel 1994 sono stato per 5 mesi all'Università di Eindhoven (che Lei conosce bene) e ho lavorato nel gruppo di Information Theory come laureando ospite. In quella occasione mi ha favorevolmente colpito l'approccio amichevole e spontaneo tra studenti (a vario titolo) e docenti (alcuni dei quali noti nel mondo). Due volte al giorno si beveva caffè insieme. Spesso al termine della giornata io e un mio collega si invitava il "Prof." a bere una birra insieme. Al mio arrivo in Olanda il mio Prof. mi ha invitato a cena a casa sua insieme alla sua famiglia. Perchè tutto ciò in Italia non succede?? Perchè i nostri prof. sono così asettici, a tal punto da diventare virtuali via Internet? Cosa ha in più un Prof. rispetto ad un freddo libro o una pagina WEB? Saranno le macchine i futuri interlocutori dei miei figli? Mi farebbe piacere avere la sua opinione in proposito.   Franco Casadei

Condivido il suo apprezzamento per lo spirito di collaborazione tra docenti ed allievi che lei ha riscontrato alla Eindhoven University of Technology dove, effettivamente, sono stato molte volte e dove ho vari stimati amici e colleghi (se, nelle sue navigazioni, avrà occasione di visitare un'altra sezione di questo server http://sting.deis.unibo.it/simonet/, potrà rendersi conto di come vi siano tuttora rapporti di cooperazione, nell'ambito della ricerca, tra l'Università di Bologna ed il Politecnico di Eindhoven). Aggiungo che ho ospitato a Bologna studenti di Eindhoven e che abbiamo avuto modo di confrontare insieme le diverse modalità di preparazione del caffè nei due paesi ed anche i piatti tipici. Devo anche aggiungere che ho trovato situazioni molto simili nelle varie università che ho avuto occasione di visitare, anche se con connotazioni legate al carattere delle società nelle quali erano inserite. Cosa distingue dunque le nostre università da altre, sul piano dei rapporti tra docenti ed allievi? È abbastanza facile individuare uno degli aspetti rilevanti, cioè il rapporto tra numero di allievi e di docenti che, nelle università italiane raggiunge talvolta valori pari a 4 o 5 volte quello massimo ammesso altrove. È evidente come ad un docente con un carico, ad esempio, di 500 esami, resti poco tempo per il caffè. Vengo adesso alla parte più curiosa della sua lettera; curiosa perché l'interpretazione data alla introduzione di un server Web nell'ambito di un corso è... sfasata di 180 gradi rispetto alle finalità reali e rispetto alla interpretazione data dagli allievi che lo utilizzano.
Vediamo allora insieme, quali sono i momenti che caratterizzano una didattica efficace e quali motivi rendano insostituibile, in questo contesto, il rapporto diretto tra docenti ed allievi. Il primo momento è quello espositivo, nel quale il docente espone agli allievi un certo corpo di conoscenze, già perfettamente definito nella didattica tradizionale (ex-cathedra), più aperto nel contesto dell'approccio noto come situated learning o problem solving nel quale una parte importante delle conoscenze da acquisire deriva dalla elaborazione, da parte dell'allievo, delle nozioni di base e dei problemi che gli sono stati trasmessi. Per l'efficacia di tale fase è importante l'interazione tra docente e allievi senza la quale il docente non può adeguare la propria esposizione al background di conoscenze degli allievi. Il secondo momento è quello dell'interazione dell'allievo con le nozioni che gli sono state trasmesse; in questa fase possono risultare utili tutti gli strumenti in grado di approfondire questa interazione (ambienti di calcolo specifici, problemi da risolvere, test ecc.). In questa fase non vi è interazione diretta tra docenti ed allievi. L'ultimo momento riguarda l'interazione tra docenti ed allievi dopo l'interazione degli allievi con la materia, con la duplice finalità di valutare i risultati ottenuti e di implementare le azioni correttive eventualmente necessarie. Questa importante fase è spesso assente nelle nostre università a causa della incongruenza tra la durata effettiva dei curricula e la loro durata teorica (mi riferisco a ingegneria) che porta l'allievo a dilazionare (a volte di anni) lo studio della materia rispetto al momento espositivo; un ulteriore fattore che limita questa interazione è il già ricordato rapporto sfavorevole tra numero di allievi e di docenti.
Dopo questa breve analisi dovrebbe risultare più chiaro il motivo della sperimentazione di uno strumento bidirezionale così flessibile come il server Web per innalzare il livello della didattica aumentando l'interazione tra docenti ed allievi nel terzo momento della didattica. I suoi timori avrebbero un fondamento se si inseguisse l'utopia di sostituire un docente con una macchina, ma questo non è proprio il caso di questa sperimentazione. Come le è noto, se ha seguito il corso di Teoria dei Sistemi, ho sempre ricevuto gli allievi in qualunque momento e tutto questo non è cambiato; la invito quindi ad esaminare con attenzione il contenuto del server, a confrontare quanto vi trova (documenti e servizi) con quanto era disponibile quando lei ha frequentato il corso ed anche a trasmettermi le osservazioni che possono consentire di migliorare questo servizio.
La mia visione del ruolo delle macchine nel nostro futuro è, poi, più ottimistica della sua. Le macchine, come ogni strumento, non sono valutabili sul piano etico; solo l'uso che ne facciamo lo è. Così Internet, certamente un grande traguardo, può venire utilizzata per le finalità più diverse, dalle più nobili alle meno confessabili; la scelta però è solo nostra.
Un'ultima informazione: ho raccolto le opinioni degli allievi che hanno utilizzato questo server nell'A.A. 1995/96 mediante un semplice questionario inserito tra i documenti disponibili su questo server.             
Roberto Guidorzi

Come ha fatto il sig. Franco Casadei, anche io, girovagando su Internet, ho fatto una visita al sito del prof. Guidorzi, spinto da una grande curiosità avendo sostenuto questo esame ormai tre anni or sono. Ebbene, contrariamente a quanto sostiene il sig. Casadei, mi schiero completamente dalla parte del prof. Guidorzi, e ritengo questa sperimentazione via Internet uno strumento veramente formidabile. Credo inoltre che questo tipo di rapporto fra docenti e studenti sia destinato a diventare uno strumento insostituibile nel momento in cui la Telecom si deciderà ad introdurre le tariffe forfettarie come già avviene in altri stati. Solo allora tutti gli studenti potranno avere accesso alla rete a condizioni favorevoli, senza avere il terrore della bolletta milionaria alla fine del bimestre. I miei complimenti professore e un invito a proseguire su questa strada.   Moreno Bondi

Sono uno studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni del terzo anno. Ho partecipato ieri alla conferenza a Chimica Industriale su Internet e dintorni e l'ho trovata molto interessante. Per quanto riguarda il suo intervento sono convinto che pochi professori, oggi, dimostrino l'interesse e l'impegno che ha lei nello sviluppo di nuove forme di didattica. Sono rappresentante degli studenti in CdF e in Commissione Didattica e ho imparato che tutte le iniziative che comportano un carico di lavoro in più partono già con un grosso handicap: intendiamoci, questo vale sia per i professori che per gli studenti. Vengo al punto. Il punto dolente dell'iniziativa che lei ha portato avanti è l'utilizzazione. In Facoltà non esistono stazioni dedicate all'utilizzo del Web, e credo che sarebbe irrealizzabile, per ora, proporre una cosa di questo tipo. Dunque per accedere alle informazioni sul suo corso bisogna avere un abbonamento Internet che costa circa 300.000 annue. Oppure bisogna essere residenti nel comune di Bologna (sempre che Iperbole permetta l'accesso al server del corso), ma anche così solo una piccola fetta dei suoi studenti potrebbe accedervi, discriminando tutti gli altri. Si è valutata quindi la possibilità di dare un accesso dall'esterno a tutti gli studenti di ingegneria limitatamente al periodo di iscrizione universitaria? Mi piacerebbe avviare una discussione costruttiva per portare avanti proposte in commissione didattica. Mi può rispondere all'indirizzo impegno@ecn01.cineca.it specificando che il messaggio è per Francesco Girelli, non ho infatti una e-mail, nonostante le tre richieste avanzate al Centro di Calcolo, alle quali è stato risposto che il Centro, per ora non può accettare un ulteriore sovraccarico della rete(?!?!). Sto comunque concludendo un accordo con la nonna di una amica, residente nel Comune di Bologna.... La ringrazio fin d'ora per il tempo che mi concederà.
P.S.: Non so se è stato un mio problema, ma non sono riuscito ad accedere alla sua pagina Web navigando da www.unibo.it, ho cliccato didattica, poi corsi e diplomi ma non c'era niente, l'ho trovata infine con il webcrawler con "Teoria dei Sistemi".   Francesco Girelli

La Teoria dei Sistemi è molto interessante (anche se un po' complicata). In particolare è notevole la potenza degli strumenti messi a disposizione da tali studi... tanto che mi chiedo come mai solo gli Informatici debbano averne accesso. D'accordo, i risultati principali sono "divulgati" nel corso di Controlli Automatici, ma mi pare ugualmente poco. Ho incontrato anche un piacevole (anche se pesante) libretto intitolato Introduzione al Pensiero Complesso; l'autore dovrebbe essere Edgard Morin. In tale libro si parla molto della Cibernetica e della Teoria dei Sistemi in senso lato. Può darmi altre informazioni sull'argomento? E soprattutto, tali critiche al "pensiero semplificante" sono rimaste tali o hanno prodotto risultati?  Denis Brandolini

Il corso di Teoria dei Sistemi è stato introdotto alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna come obbligatorio per tutti gli allievi; solo successivamente alcuni settori (Elettronica e Telecomunicazioni) hanno preferito abolire l'obbligatorietà del corso. Non sta a me, in qualità di docente di tale materia, giudicare l'opportunità o meno di questa scelta; in generale tuttavia ritengo più completi i curricula che prevedono basi di conoscenze a spettro ampio rispetto a quelli molto focalizzati su conoscenze specifiche.
La potenza applicativa delle metodologie sviluppate nell'ambito della Teoria dei Sistemi deriva essenzialmente dal loro livello di astrazione cioè dal fatto che, nell'ambito di tale disciplina, non si fa riferimento a sistemi (fisici o astratti) appartenenti a classi specifiche ma ai loro modelli matematici. Naturalmente tutto questo non sarebbe vero se classi relativamente limitate di modelli non fossero in grado di descrivere settori molto ampi della realtà; personalmente trovo questo aspetto di grande portata concettuale oltre che pratica.
Il libro che la ha interessata appartiene essenzialmente alla Filosofia dei Sistemi, settore che ha visto i contributi di molti filosofi, da Aristotele a Karl Popper; le segnalo anche i seguenti testi:
L. von Bertalanffy, General System Theory. Foundations, Development, Applications, George Braziller, New York, 1968.
C.W. Churchman, Filosofia e Scienza dei Sistemi, Istituto Librario Internazionale, Milano, 1968.
K. Popper, Conjectures and Refutations, Harper and Row, London, 1963.
Roberto Guidorzi

Sono un suo studente dell'A.A. 1995/96. Non so se si ricorda di me; sono stato fra quelli che hanno pertecipato con entusiasmo alla sua iniziativa telematica. Prima di tutto, colgo l'occasione per farle i più sinceri complimenti per come ha ristrutturato il server. È formidabile; soprattutto ritengo sia veramente utile la suddivisione tematica delle FAQ e questo Forum che permette un contatto diretto con i docenti. Peccato che per ora la sua iniziativa abbia avuto scarso seguito tra i suoi colleghi.
Detto ciò, trovandomi di fronte alla scelta di indirizzo, volevo chiederle se è previsto un qualche esame specifico sull'identificazione dei sistemi dinamici, argomento che Lei trattò a fine corso e dal quale rimasi affascinato. Purtroppo penso che un corso con tale denominzione non sia stato attivato; se fosse veramente così vorrei sapere in quali altri corsi si trovano elementi di identificazione. Grazie e a presto.   Mirko Tedaldi

Nello statuto della nostra Facoltà è presente un corso sulla identificazione dei sistemi dinamici che non è stato ancora attivato per mancanza di risorse. Sto tuttavia avviando, nell'ambito di un progetto europeo, una sperimentazione didattica avanzata proprio in questo settore; tale sperimentazione utilizerebbe strumenti telematici e sarebbe quindi accessibile anche da Bologna. Se il suo interesse è condiviso anche da altri allievi potrei sottoporre al Consiglio del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica la proposta di estendere la sperimentazione agli allievi del nostro Ateneo.   Roberto Guidorzi

Dopo 3/4 di corso di Analisi II i docenti hanno deciso che gli allievi non iscritti per la prima volta al secondo anno non possono sostenere l'esame col docente del corso attuale (da loro seguito), ma con quello che ha tenuto il corso nell'anno precedente. Tali pratiche burocratiche non le sembrano in contrasto con i principi etici e formativi che i docenti dovrebbero trasmetterci? Mi dispiace servirmi di questa risorsa, ma non ho gli indirizzi di posta elettronica degli insegnanti di Analisi II.   Nicola Garofalo

Purtroppo il meccanismo attuale degli esami e delle relative commissioni, ribadito nella delibera del CCdL di Ottobre 1996, (non la cattiva volontà dei docenti) impedisce che si possa aderire alla richiesta degli studenti in quanto gli allievi in debito di Analisi Matematica II sostengono l'esame nella Sessione Invernale 1995/1996 mentre gli studenti attualmente in corso sostengono l'esame come anticipo della Sessione Estiva 1996/1997. Il regolamento richiede che il presidente della Sessione Invernale sia il professore che ha tenuto il corso nel 1995/1996 mentre per l'anticipo della Sessione Estiva sia il docente che ha tenuto il corso nel 1996/1997. Cambiando queste rigide regole è possibile aderire alle richieste. Noi docenti (Matarasso e Ravaglia) siamo favorevoli; nessuno di noi ha fame di studenti anzi ne siamo sazi. Non siamo però favorevoli a soluzioni tipo registrazioni successive et similia.   Silvano Matarasso

Vorrei suggerire ai miei colleghi "naviganti" un sito secondo me molto interessante, che offre un ampio ventaglio di software di cui fare il download.
L'indirizzo Web è www.softseek.com/Math_and_Science/index.html Da questa pagina (dedicata a software matematico e scientifico è possibile accedere ad altre pagine con software relativo ad altri argomenti.   Gianni Rondinini

Riguardo all'attuale situazione di accesso limitato ad Internet, desidererei esporre un'idea. Mi chiedo infatti se non sia possibile limitare l'accesso ad un periodo determinato di tempo (ad esempio, un'ora). Non sto parlando di nuove fascie orarie, ma del tempo massimo utilizzabile dalla fase di login. Al termine del tempo concesso, il server dovrebbe sconnettere automaticamente l'utente, magari visualizzando in primo piano un messaggio del tipo: CONNESSIONE TERMINATA: TEMPO MASSIMO RAGGIUNTO!, così che sia visibile anche da chi è in attesa di un posto libero ai computer... Vorrei far notare infatti che l'accesso full-internet è possibile solo nella saletta del Centro di Calcolo dove, peraltro, sono disponibili solo DUE computer (dei cinque iniziali). Il fatto è che questi calcolatori risultano perennemente occupati, mentre quelli della sala grande sono limitati all'accesso locale... Questo è ciò che propongo (peraltro non so neanche se risulti attuabile a livello di implementazione software...). La ringrazio per l'ottimo spazio riservato al Forum sul server del Corso.    Gabriele Budelacci

Parlando con il Direttore del Centro di Calcolo avevo proposto una soluzione di questo tipo su tutte le macchine (anche quelle della sala situata nell'edificio "Aule Nuove"), finalizzata al rispetto delle ore prenotate. Il sistema operativo utilizzato per la gestione della connessione in rete dei PC non consente tuttavia, almeno attualmente, questa possibilità. In un futuro abbastanza prossimo verranno probabilmente attuate, a livello di Ateneo, misure atte ad impedire l'accesso a siti del tutto estranei alle finalità culturali ed educative dell'Università. Questo sta avvenendo in tutti i paesi sia per limitare l'uso delle risorse, ovviamente limitate, alle attività didattiche e di ricerca sia per evitare l'accesso ai siti che fanno un uso palesemente improprio della libertà di cui godono.    Roberto Guidorzi

Sono uno studente di Ingegneria Informatica dell'Università di Firenze, frequento il quarto anno e fra breve dovrò scegliere l'orientamento. È una scelta molto importante ma non ritengo di avere strumenti o parametri per operarla. I due orientamenti possibili sono: Automatica e Informatica, il primo dovrebbe approfondire i problemi dell'automazione e del controllo, il secondo le tematiche relative al sofware e alla sua progettazione. Sono due indirizzi ben distinti ma a parte una mia personale predilezione per l'uno o per l'altro non riesco a trovare altri criteri discriminanti come le opportunità di lavoro e l'effettiva richiesta di tali specifiche competenze da parte del mercato. Le sarei grato se potesse darmi qualche delucidazione o indicarmi qualche utile fonte d'informazione.    Davide Corgiolo

La domanda che lei pone mi è decisamente familiare avendola sentita già molte volte dagli allievi di Bologna. Come ho sempre fatto in passato, limiterò la mia risposta ad alcune considerazioni.
Peso dell'orientamento sul mercato del lavoro: Non credo esistano, attualmente, sbilanciamenti determinanti tra i due indirizzi. Naturalmente le situazioni locali possono determinare deviazioni in senso o nell'altro ma non ritengo che sia opportuno effettuare una scelta su tale base o, perlomeno, solo su tale base.
Struttura del curriculum: La legge 382 consente alcuni gradi di libertà nella formazione del proprio curriculum, che possono venire utilmente impiegati per allargarne lo spettro. È quindi possibile, qualunque orientamento venga scelto, includere anche corsi dell'altro in modo da allargare maggiormente il proprio orrizzonte culturale e professionale. Personalmente ritengo più proficuo (salvo casi molto particolari) un curriculum non eccessivamente specializzato nel quale le scelte vengano fatte in base ai propri interessi culturali e alle proprie inclinazioni. In genere scelte di questo tipo portano ai migliori risultati con il minimo sforzo.
Una analisi della evoluzione della struttura industriale e tecnologica del nostro paese che potrebbe risultare di suo interesse è riportata in Innovazione senza occupazione di M. Pianta (Energia, Ambiente e Innovazione, n. 7-9, Luglio-Settembre 1996, pag. 19-29).    Roberto Guidorzi

Vorrei esporre, in maniera un po' più estesa di quanto non sia stato possibile fare sul questionario distribuito a lezione, il mio punto di vista sul server di Teoria dei Sistemi.
Apprezzo molto l'idea di mettere in rete alcune informazioni sulla materia e mi sembra che la cosa sia utile non solo a noi di Bologna ma anche agli allievi che frequentano altrove, perché tante informazioni sono di carattere generale e le domande che vengono fatte da noi possono essere effettivamente utili anche a studenti di altre Università.
Inoltre il server è strutturato bene e offre un discreto numero di informazioni. Secondo me, sarebbe molto utile poter trovare sul server alcuni appunti di tutti gli argomenti trattati. Attenzione però: non che quello che si trova sul server debba permettere di non frequentare o sostituire le spiegazioni del docente, però avere qualcosa di riferimento scritto dal proprio professore sarebbe molto produttivo. Il libro di testo consigliato, infatti, non è male, però non è sempre efficace dal punto di vista didattico. Non conosco altri testi di questa materia e quindi quel testo potrebbe essere il migliore, ma trovo che un certo numero di argomenti sia trattato in modo tutt'altro che chiaro.
Sarebbe a mio avviso molto interessante che alcuni degli articoli scritti da lei fossero sul server (copyright e diritti permettendo), perché sfogliando le pagine del server sono capitato sulla pagina che riguarda le sue pubblicazioni e di tante mi sarebbe piaciuto poter leggere il testo. Tanti degli argomenti trattati nel corso, infatti, sono da lei toccati in quegli articoli e sarebbe bello (oltre che molto interessante anche sotto il profilo culturale e professionale) vedere qualche applicazione "pratica" di ciò che si studia. Sì, a lezione vengono fatti degli esempi, ma poter leggere la descrizione di applicazioni reali sarebbe molto più interessante.
Un'altra cosa che penso sarebbe utile è un numero maggiore di testi di esami. È già disponibile un certo numero di prove ma una parte di queste vengono svolte a lezione e risultano quindi meno significative per la preparazione della prova d'esame. Credo che lei conservi tutti i testi degli esami precedenti e aggiungere il link, per esempio, ad altre 20 prove non dovrebbe creare problemi. Inoltre, verrebbe coperto un ventaglio più ampio di possibilità che consentirebbe, forse, una preparazione più completa.
Credo anche, per una ragione che dirò tra poco, che avere le prove sotto forma di file .zip sarebbe più comodo perché alcuni si collegano da casa e risparmiare tempo sarebbe risparmiare denaro. Sarebbe poi possibile decomprimerebbe i file con calma dopo il collegamento e stamparli. Se la decompressione fosse un problema per qualcuno (che potrebbe non avere il programma), si potrebbe sempre aggiungere un link ad un sito di download di Winzip o simile.
I problemi maggiori che noto, però, sono legati alla bassa velocità della rete nei collegamenti da fuori Bologna (anche dalla sede di Cesena). Questo non può essere risolto in alcun modo da lei, perché la rete è lenta per errori di gestione e di costruzione, ma quello che lei potrebbe fare è ridurre il più possibile la dimensione dei file da scaricare, comprimendo quelli che possono venire consultati in maniera differita. Questo potrebbe valere, ad esempio, per i file .ps e .pdf e, perché no, anche per una versione delle FAQ. Secondo me non sarebbe da scartare la possibilità di inserire, oltre alla pagina di testo attualmente presente, un file .zip o .arj che contenga il testo delle domande e delle risposte. I file compressi potrebbero venire aggiornati solo ogni 15 giorni, ad esempio: non sarebbero sempre aggiornati ma sarebbe già qualcosa, perché tante volte mi capita di non riuscire a scaricare una intera pagina di FAQ perché il trasferimento è così lento che la connessione viene interrotta. Preferirei, in questo caso, avere un elenco non aggiornato ma scaricabile. Questo inconveniente può essere risolto in maniera egregia collegandosi dalla Facoltà, ma qui interviene il secondo problema.
Le macchine a nostra disposizione sono purtroppo non molte e di queste il 50% è costantemente fuori uso. Nella saletta Internet si è passati, in un mese, da 5 a 2 computer, uno dei quali deve comunque essere in qualsiasi momento disponibile per gli studenti del progetto Erasmus (o qualcosa del genere) che, in quanto provenienti da altri paesi, hanno il diritto (sul quale concordo pienamente) di ricevere e inviare mail e documenti in modo prioritario rispetto agli altri. Nel Lab2 di trovare una macchina libera non se ne parla nemmeno quindi... Per chi abita a Bologna essere ogni tanto in Facoltà alle 7 e 45 e aspettare fino alle 8 e 30 davanti alla porta della saletta Internet per essere il primo e avere un computer per la connessione non crea tanti problemi, ma per chi deve alzarsi tutti i giorni alle 6 e 30 per essere in Facoltà alle 8 e 20, arrivare ancora prima creerebbe troppi disagi.
Non credo che lei possa ovviare a questo problema, però mi è sembrato giusto farglielo notare perché è direttamente collegato all'uso del suo server.   Gianni Rondinini

Il punto di vista degli utenti finali di un servizio fornisce sempre utili indicazioni per il miglioramento del servizio stesso; la sua analisi non fa eccezione e mi fornisce indicazioni molto interessanti per lo sviluppo della versione del server che renderò disponibile nel prossimo anno accademico. La sua analisi tocca anche altri argomenti e pone quesiti sui quali ritengo utile esprimere la mia opinione.
Testo adottato: Il testo è, a mio avviso, tra i più completi e ricchi di contenuti. Ammetto che lo stile è più vicino a Tacito che a Svetonio.
Pubblicazioni: È possibile inserire copia delle pubblicazioni sul server, perlomeno delle più recenti che potrebbero venire inserite in formato .ps o .pdf (per le più vecchie si dovrebbe ricorrere ad immagini o a file .pdf generati da pagine digitalizzate). Non so però quanto questo possa risultare produttivo; le pubblicazioni a carattere scientifico o applicativo pubblicate sulle riviste specializzate sono infatti molto "stringate" sia per limitare lo spazio necessario (ed i costi relativi) sia perché rivolte ad un pubblico specialistico. Se alcune pubblicazioni la interessano posso comunque fornirgliene copia.
Testi delle prove di esame: Quelle inserite sono proprio state scelte (nella grande quantità di quelle disponibili) per coprire tutta la casistica possibile; l'inserzione di ulteriori prove porterebbe necessariamente a ripetizioni. Continuerò comunque a inserire le nuove prove e valuterò l'opportunità di ampliare il numero di quelle relative ad anni precedenti.
Velocità di accesso alla rete: Immagino che faccia riferimento al suo service provider (Almanet è una rete che è sempre stata all'avanguardia ed è attualmente in fase di grande potenziamento; mi sono collegato personalmente al server del corso da varie parti del mondo con velocità di accesso molto elevate). La grande lentezza nell'accesso ad alcuni server è quasi sempre dovuta all'uso di canali di accesso lenti e questo non per errori di progetto e di gestione ma, molto più prosaicamente, per ragioni economiche (costo delle linee dedicate). Un ulteriore fattore di rallentamento è, ovviamente, dovuto all'incremento dell'utenza ed al tipo di file richiesti; immagini e videoclip possono intasare anche reti di elevata capacità.    Roberto Guidorzi

Sono un suo studente dell'A.A. 1995/96. Vorrei fare presente a lei e a tutti gli studenti che seguono il suo corso quanto mi è successo sostenendo l'esame di Calcolatori Elettronici I. Non potendo raccontare l'accaduto in poche righe la invito a visitare il mio sito Web
(http://www.geocities.com/SiliconValley/Heights/5444/) dove troverà una descrizione dettagliata. Ho inserito ache alcuni consigli su come affrontare il corso, che possono risultare utili agli studenti che si preparano a frequentarlo o a sostenerne l'esame. La ringrazio fin da ora per la sua disponibilità.   Giorgio Alboni

Vorrei innanzitutto esprimere apprezzamento per un'iniziativa come Forum che permette a tutti di esprimere liberamente opinioni e dibattere argomenti di interesse comune. Mi sembra che sia un modo per avvicinare studenti e docenti e credo che ce ne sia sempre più bisogno. Per quanto concerne le affermazioni dello studente Alboni vorrei però, correggere alcune imprecisioni che, senza ledere il diritto alla libertà di espressione, potrebbero di fatto risultare contraddittorie per altri studenti e che credo di dovere chiarire con molta precisione. Sono peraltro precisazioni che ho avuto molte volte occasione di esprimere agli studenti venuti a colloquio e che certamente avrei espresso nello stesso modo allo studente in questione.
1) La metodologia di correzione dei compiti. Tutti gli studenti hanno il proprio compito corretto con il massimo della possibile attenzione da parte del docente, spesso in condizioni "grafiche" sostanzialmente impossibili. Uno schema elettrico poco gradisce correzioni a penna su connessioni a penna, magari su più fogli senza rimandi, normalmente senza spiegazioni sugli intendimenti del "progettista" etc. etc. Per questo, nella consapevolezza che talvolta al docente possono sfuggire dei particolari nascosti o di difficile interpretazione, viene fatta una correzione comune, una consegna dei compiti agli studenti e una discussione singola con chiunque richieda chiarimenti o ritenga che alcuni particolari siano sfuggiti al docente. Nel caso particolare lo studente ha segnalato un elemento a me sfuggito e ha ottenuto un innalzamento del voto. Ovviamente tutte le correzioni hanno una conclusione: ciò che lo studente lamenta è che dopo il termine della correzione e dopo le registrazioni non ha avuto modo di discutere ulteriormente altri elementi cui, evidentemente, ha pensato dopo. È ovvio che ove tale prassi fosse accettata la correzione risulterebbe una sorta di "happening open end" e ciò è ovviamente non accettabile, non fosse che per motivi logistici e organizzativi;
2) La valutazione dei compiti. Sul giudizio dei compiti e sui conseguenti risultati numerici in termini di voti non credo sia ragionevole una discussione: è questo un campo di stretta pertinenza del docente cui si dovrebbe riconoscere di default la massima buona fede in assenza di realistiche motivazioni contrarie. Nella valutazione di un progetto "abbozzato", quale è quello che è svolto dagli studenti, vi sono elementi di giudizio complessivo che spettano unicamente al docente sulla base della propria esperienza e della sensazione di preparazione che emerge dall'elaborato, elementi che molto spesso, per inesperienza, non possono essere compiutamente valutati da uno studente. Poiché tutti i compiti sono molto diversi (proprio per il fatto che un progetto ha intrinsecamente molte soluzioni) mi è difficile comprendere come si possa ritenere possibile un confronto "one-to-one";
3) I "prestampati". Il compito di calcolatori è quanto di più libero si possa immaginare: gli studenti possono portare testi, appunti, richiami etc. È però ovvio che non può risultare accettabile che parti, anche ripetitive, siano "prestampate". Il motivo alla base di questa scelta è che tali parti, in ogni progetto, possono essere soggette a piccole o grandi modifiche e che tali modifiche poste sui prestampati sono fonte di grandissima confusione per il docente e per lo studente e comunque risultano spesso difficili da "collegare" al resto dell'elaborato;
4) La correzione dei compiti. Mi pare ovviamente inutile discutere dei "modi bruschi" del docente: ogni opinione è lecita in materia. Quanto alla durata della correzione essa è legata non alla mancanza di tempo del docente bensì al fatto che ove a ripetute domande del tipo "altri problemi? altre domande?" sia stata data risposta negativa non rimane che chiudere la correzione stessa e iniziare la registrazione;
5) Le indicazioni sull'esame. Si rende un pessimo servizio ai propri colleghi spacciando per verità affermazioni del tipo "non preoccupatevi di eventuali corti tra dei bus, parole testuali del professore: è un errore poco importante! Non fasciarsi la testa con i ritardi, nano secondo in più o in meno va sempre bene, nessuno si accorgerà se un segnale arriva qualche nano secondo dopo che voi lo avete campionato". Sul corto fra i bus credo non valga neppure la pena di sottolineare la totale inattendibilità dell'affermazione (che probabilmente è stata fatta in buona fede partendo da una intepretazione erronea di qualche mia affermazione. Ma si sa: "le vie dell'infermo sono lastricate di buone intenzioni"...). La questione dei ritardi: è evidente che questo costituisce uno scoglio non indifferente per gli studenti e quindi molto spesso sono indotto a chiudere un occhio (non entrambi!) su imprecisioni di quel tipo, non fosse altro che per venire loro incontro in termini di risultato positivo dell'esame. Se però si aspira a una voto "decente" allora è bene non trascurare il problema!
Mi pare che siano questi gli argomenti più importanti per la discussione. Sono naturalmente a disposizione di chiunque voglia approfondirli.    Giovanni Neri

Tempo fa ho letto il libro Il Fuzzy Pensiero di Bart Sosko. In esso ho trovato diversi spunti interessanti sui quali vorrei discutere. Anzitutto, l'idea della Fuzzy Logic è molto accattivante e potente, ma non posso fare a meno di criticare la contrapposizione "Budda vs. Aristotele" forzata dall'autore. Considerare la logica aristotelica come caso limitato - e quindi secondo Sosko sbagliato - della logica Fuzzy mi sembra veramente riduttivo nonché anacronistico. Soprattutto è inaccettabile l'affermazione "... se Budda avesse conosciuto la matematica..." più volte citata e sottointesa. Inaccettabile perché la matematica è nata e si è sviluppata nella civiltà greca appunto perché si era creato un valido sistema logico dicotomico. Tale affermazione dimostra anche superficialità, in quanto il "liberarsi dal mondo" del buddismo è in netto contrasto con il tentativo di darne modelli matematici.
Non gradisco poi il suo tentativo di voler affermare la superiorità del modello orientale, con toni da razzismo filosofico veramente sgradevoli. Un punto importante della critica dell'autore alla scienza occidentale è la fede assoluta di questa nei modelli lineari. Devo dire che fortunatamente questo non sta accadendo nella mia formazione universitaria. Tutti i professori che trattano o anche solamente sfiorano la Teoria dei Sistemi Lineari mi hanno sempre specificato, ripetuto, confermato che tali modelli si usano solo perché molto potenti e pratici - e precisando sempre che sono solamente modelli e quindi distanti dalla realtà. Altra critica di Sosko si dirige ai "Controllisti", che ritiene fieri avversari dei Fuzzy Control solo per non essere spodestati - in quanto questi ultimi sono facilmente realizzabili da chiunque. Ovviamente, avendo scelto indirizzo automazione, non condivido tale opinione. I Fuzzy Control si stanno dimostrando molto potenti - ma sono applicabili solamente in controlli in catena chiusa, con ingenti quantità di informazioni su stato e uscite e soprattutto si sintetizzano per tentativi. Tutto ciò fa sì che siano molto pratici quando si vuole applicare il "buon senso" umano ad un controllore - ma questa è una necessità abbastanza recente, e che comunque non può prescindere da una integrazione con controllori tradizionali. Gli elettrodomestici Fuzzy si stanno lanciando sul mercato grazie ad ottime prestazioni. Ma per costruire una lavatrice Fuzzy occorrono sensori molto sensibili, solo da poco disponibili a bassi costi, inoltre necessitano di controllori tradizionali per far sì che le grandezze controllate siano quelle volute (velocità di rotazione del cestello, temperatura dell'acqua, dosaggio di detersivo...). Tutto questo rende a mio parere quantomeno futile questa lotta tra Fuzzy e non-Fuzzy, ma forse l'intento dell'autore è solamente smuovere le acque...
Mi resta però un terribile tarlo provocato da una sua affermazione: "ogni sistema linearizzato ha in sè un principio di indeterminabilità". Se questo è vero, allora tutte le storie sul principio di indeterminazione della meccanica quantistica nonsarebbero reali, ma solo causa del modello. Se questo è vero, devo dire che nessunolo ha mai pubblicamente detto... Prego chiunque sia interessato a questo argomento di chiarire questo punto...
Denis Brandolini

Visto che l'esame di Calcolarori 1 è diventato un argomento scottante, voglio aggiungere anche le mie impressioni. Ero presente alla correzione dell'ultimo compito il giorno 21 Marzo 97, e devo dire di esserne uscito disgustato, ma non per il comportamento del professore, fin troppo corretto, ma per quello degli studenti. La battuta alla chiamata telefonica del professor Neri "mi sento il Generale Custer" era più che appropriata. Un'orda di una quarantina di persone(?) lo assediava ed aggrediva con le più patetiche recriminazioni; posso capire che non ci si possa trovare in accordo con il docente, ma c'è modo e modo! E' proprio sul modo che voglio discutere. Ormai è il quinto anno che sono in questa facoltà, e devo dire che più passa il tempo più il mio giudizio sugli studenti peggiora. Innanzitutto noto una totale mancanza di dignità da parte dei più. Si vede gente implorare i professori o attaccarsi ad ogni cavillo per ottenere un punto in più. Ma ciò che è peggio è la mancanza della disciplina e del rispetto che dovrebbero distinguere un ambiente come quello universitario. Se in molti casi il comportamento dei docenti è fastidioso (alcuni ti trattano come carne da macello), devo dire che è molto peggio quello degli studenti. L'arroganza che distingue certe figure è resa ancor più insopportabile dal fatto che questi riescano ottenere ciò che vogliono, a scapito di quelli più rispettosi che - accettando un giudizio capendo la difficoltà di chi deve esprimerlo - si trovano sempre in condizioni di svantaggio rispetto ai primi. Anche il prof. Neri, nonostante il forte temperamento, è influenzato dalle proteste tanto più quanto sono insistenti. Molti di quelli che hanno protestato hanno guadagnato un punto o il sospirato 18. Questo non è male in sè; il problema è che in quella condizione di inferiorità numerica il suo giudizio non può non esserne stato influenzato. Ciò che mi ha più infastidito è comunque stato un gesto, volgare e plateale, compiuto da un buffone di fronte a tutti. In quel momento ho sperato che Neri prendesse in mano la situazione con fermezza e decisione - mentre invece ha battuto in rimessa prendendola sul ridere, e quindi consegnando la gloria al nostro buffone. Quel gesto totalmente fuori luogo ha fatto piombare un pesante tanfo sull'ambiente; in un'attimo quella terribile sensazione da caserma che connota ormai la nostra facoltà è diventata esplicita e mi ha oppresso. Mi sono dilungato troppo - arrivo alle conclusioni:
1) Consiglio caldamente al Professor Neri di tenere la correzione degli elaborati in maniera individuale, in modo da rendere il rapporto alla pari;
2) Le organizzazioni studentesche cercano solo di semplificare gli esami, per poi lamentarsi di una preparazione insufficiente al mondo del lavoro;
3) La maggior parte degli studenti cerca solo di minimizzare lo sforzo massimizzando i voti - la preparazione effettiva non importa. Ci sono casi (che ovviamente non denuncerò) di professionisti in questo, disposti ad utilizzare ogni mezzo;
4) Molti professori non sono in grado di tenere un rapporto professionale con gli studenti: trattano con sufficienza i timidi per essere poi presi in giro dagli spavaldi ed arroganti.
Io vorrei che, da parte di tutti i membri della facoltà, ci fosse una maggior disponibilità a collaborare; ciò che mi differenzia dalle ormai fatiscenti organizzazioni studentesche è che vorrei che lo facessero gli studenti - molti professori hanno dato fin troppa corda.   Denis Brandolini

Nella confusione e poca professionalità che spesso si incontra in giro, colgo l'occasione di questo Forum, per chiedere un consiglio. Ho comprato un pc e volevo sapere se fosse consigliabile lasciarlo sempre acceso visto che subisce circa tre o quattro accensioni al giorno. Ho studiato che lo stress maggiore per gli hard-disk è proprio dovuto alle accensioni.   Gabriele Tinti

Il problema che lei pone è di interesse generale ed ha diversi risvolti; cerchiamo di esaminare quelli principali. All'accensione di un personal computer abbiamo, come per ogni apparecchiatura elettronica, transitori di tipo elettrico che determinano condizioni anomale di carico su alcuni componenti, in particolare su quelli dell'alimentatore; per questo motivo molte apparecchiature di uso comune non disconnettono mai completamente l'alimentazione ma restano in uno stato di stand-by. Oggi tuttavia è molto raro che gli alimentatori switching dei personal computer siano soggetti a cedimenti e, inoltre, si tratta di componenti di costo molto contenuto. Un po' più delicato il transitorio sull'alimentatore del monitor che può essere soggetto anche a stress dovuti alla presenza di segnali di ingresso contenenti frequenze di sincronismo troppo elevate; questo dipende dalla scheda video e quelle attuali non dovrebbero creare problemi di questo tipo. Veniamo infine ai dischi rigidi; in effetti le testine di lettura dovrebbero distaccarsi dal disco per effetto dinamico e questo genera, finché il disco non ha raggiunto la velocità di regime, uno stress di tipo meccanico. Anche qui tuttavia le moderne tecnologie di trattamento della superficie del disco hanno ridotto drasticamente il problema sino a renderlo poco significativo. Le considerazioni precedenti orienterebbero, almeno qualitativamente, alla soluzione "computer sempre acceso"; anche questa soluzione può tuttavia presentare inconvenienti legati alla maggior probabilità di essere soggetti a transitori sulla rete che possono risultare molto dannosi. La soluzione teoricamente più sicura potrebbe essere: gruppo di continuità + computer sempre acceso; una seconda soluzione più pratica potrebbe consistere nell'inserire sulla presa che alimenta il computer un soppressore di disturbi impulsivi (spikes) (comunemente reperibile presso i fornitori di materiale elettrico) e nell'evitare di spegnere il computer qualora l'intervallo di non utilizzo sia relativamente limitato (es. meno di un'ora). Infine sarebbe consigliabile, qualora il sistema operativo consenta l'operazione, parcheggiare le testine dei dischi rigidi prima dello spegnimento in modo che l'eventuale usura anomala alla partenza riguardi sempre una zona non utilizzata per la memorizzazione. Aggiungo che questo server, in funzione ormai da due anni e dotato di soppressore di spikes, non ha mai dato luogo a problemi.  Roberto Guidorzi

Tra una prova d'esame ed un'altra, tra una promozione con 30 e lode e un sufficiente, ma poco gratificante 18, tra una polemica con il docente e una dichiarazione di eterna gratitudine per lo stesso... perché non venite a visitare questo sito, completamente estraneo a vicende universitarie, ma frutto comunque di impegno da parte di uno studente, imbeccato da esperienze avute con il prof. Guidorzi durante la preparazione dell'esame di Teoria dei Sistemi, superato con un "senza infamia e senza lode" 21? http://www.geocities.com/Colosseum/Loge/1450/. È tutta salute, mentale e fisica... Grazie!!  Nicola Garofalo (nicgar@tirreno.it)

Trovo l'idea del forum gestito direttamente da un professore davvero buona, e direi piuttosto inconsueta nel panorama accademico italiano. Ho apprezzato e talvolta condiviso le opinioni espresse sia da studenti che da docenti, in particolare alcune note espresse da Denis Brandolini in merito ai rapporti studenti/docenti, tema personalmente molto sentito. Ritengo di poter dire, senza sentirmi un traditore della "categoria", che l'atteggiamento della maggioranza degli studenti verso l'istituzione Università sia improntato più al "superare" gli esami che ad apprendere (da cui deriva il mendicare i voti o fare i furbi agli esami), ma credo anche che questo comportamento sia notevolmente foraggiato dall'atteggiamento che la maggior parte dei docenti tiene nei confronti della didattica: un compendio alle attività vere (o vere attività?), siano esse di ricerca o professionali. È una questione dolente e grave a cui pochissimi docenti si sottraggono. Di seguito elenco alcuni punti di riflessione che mi sembrano particolarmente importanti.
1) Perché devo vedere ancora oggi (e a ingegneria, poi!) docenti campioni in disorganizzazione e confusione, che arrivano agli appelli di esame con mezzore di ritardo, senza la fotocopia del testo etc etc.?
2) Perché quando si fa notare loro di questa disorganizzazione ne escono con il solito alibi: ho troppi studenti da esaminare?
3) Perché quando si fa notare loro che mettendo solo sei appelli all'anno (spesso con sbarramenti) è fisiologico che si accumulino molti esaminandi, rispondono, invariabilmente, che di più non ne possono mettere? Chi glielo impedisce, la legge? Il buonsenso? o...
4) Perché capita troppo spesso di non trovare il docente nelle ore di ricevimento senza nemmeno un avviso affisso in un angolo? È anche una questione di rispetto...
5) Perché il 30 luglio non posso sapere le date degli appelli di molti esami e devo andare appositamente in facoltà alla fine di agosto? Se non c'è dedizione (non dico passione) nell'insegnamento da parte dei docenti, come si può poi pretendere studenti interessati alla materia e non a "passare"?
Qualcuno obietterà che queste sono le solite recriminazioni, ma rispondo che se persistono è perché sopravvivono le cause che le generano. Io credo che si possa supplire alla mancanza cronica di risorse logistiche solo con una seria organizzazione e programmazione, sempreché ci sia la volontà e la serietà per farlo. Purtroppo la sua organizzazione, prof. Guidorzi, rappresenta la punta di un iceberg... che non c'è.   Andrea Tassinari (a.tassinari@bo.nettuno.it)

Quello che non c'è può sempre venire costruito se esiste la capacità e la volontà di farlo. Nel mio attuale incarico di direttore del CITAM (che si aggiunge agli impegni didattici, di ricerca ecc.) ho promosso il progetto AlmaWeb orientato alla attivazione di servizi simili a quelli che sto sperimentando con gli allievi del mio corso da parte di tutti i docenti del nostro Ateneo interessati a tale sperimentazione. Entro breve consegneremo i server ed inizieremo i corsi di addestramento all'uso degli stessi.
Concordo con molte delle opinioni da lei espresse, in particolare sulle distorsioni indotte dalla esclusiva finalizzazione della propria preparazione al superamento delle prove di valutazione. Vorrei tuttavia ricordare anche che l'assenza di una politica dell'istruzione superiore coerente, che si protrae da decenni, ha ormai prodotto danni difficilmente valutabili all'intero sistema universitario; fra i tanti anche un sovraccarico dei docenti che si trovano a dover svolgere (nell'ambito dell'Ateneo, sia chiaro!) anche attività che nulla hanno a che fare con la didattica e la ricerca e che portano, necessariamente, a conseguenze negative come alcune di quelle da lei elencate. Un docente poi che svolga, poniamo, tre o quattro corsi, magari in tre sedi diverse, non potrà certo svolgere tali mansioni in modo ottimale.   Roberto Guidorzi

Intervengo sulla questione della mancanza di accessi Web dalla nostra Facoltà: Gabriele Budellacci ha giustamente proposto di limitare il tempo massimo di Login, cosa che era attiva nella cosiddetta Saletta Internet, era impostata per un login massimo di 2 ore e pochi minuti prima dell'uscita obbligata avvisava l'utente, Ora invece pare sia disabilitata. Una soluzione alternativa/complementare sarebbe di distribuire a chi ne faccia richiesta un account personale con un massimo di Login settimanale... esempio 2-3 ore, usando come Username il numero di matricola. Per ottenere un account sarebbe sufficiente presentare il proprio libretto universitario. Inoltre un sistema di account personali impedirebbe l'uso dell'accesso Internet per scopi diversi da quelli didattici.   Stefano Girotti

Vorremmo il suo parere su di una frase di George Bernard Shaw che ci è finita sott'occhio. Più o meno recita così: La necessità di approfondire sempre di più lo studio settori sempre più specifici della conoscenza porterà ineluttabilmente l'uomo a sapere tutto sul nulla...   Dario Bottazzi e Davide Cacciari

L'affermazione di Shaw evidenzia quello che è certamente un problema attuale: la difficoltà ad avere conoscenze non superficiali in settori scientifici diversi e, spesso, persino in rami diversi del proprio settore specifico; tale situazione, generata, come afferma Shaw, dal grande avanzamento delle conoscenze, ha molteplici risvolti negativi che spaziano dalla "incomunicabilità" sul piano scientifico a problemi di ordine pratico quali la incompatibilità tra sistemi complessi progettati da specialisti diversi (è stato accertato, ad esempio, come un apparecchio telefonico GSM possa interferire in maniera rilevante sul sistema di guida di un aereo). Tutto questo fa tramontare definitivamente l'illusione illuministica di potere acquisire ogni possibile conoscenza su quanto ci circonda ed evidenzia la grande complessità intrinseca anche di fenomeni che si pensava di conoscere ormai completamente; la conoscenza sembra piuttosto un processo asintotico nel quale raggiungiamo gradi sempre migliori di approssimazione ma senza riuscire ad afferrare completamente la realtà. Il timore che questo processo ci porti ad una frammentazione tale da rendere irrilevanti i contenuti dei singoli rami del sapere ("il nulla") mi sembra, per ora almeno, solo un modo brillante e paradossale per evidenziare il fenomeno e il pericolo, quello sì reale, della crescente dificoltà ad acquisire panorami culturali vasti ma non superficiali rispetto allo stato di avanzamento delle conoscenze.   Roberto Guidorzi

Ho trovato molto brillante l'idea di integrare il materiale didattico con i file a disposizione sul sito web. Penso tuttavia che sarebbe molto utile, per chi ne vuole usufruire, un file .zip in cui si trovino FAQ, testi d'esame e materiale vario; questo comporterebbe una velocizzazione notevole del download, che altrimenti richiede l'apertura di ogni singolo file ed il suo salvataggio su disco.   Luca Fiuzzi

Il suo suggerimento è senz'altro valido ma temo di non essere in grado di adottarlo perché comporterebbe l'aggiornamento del file .zip ogni volta che inserisco o modifico qualcosa (come sto facendo in questo momento) sul server ed il tempo che posso dedicare a queste attività è molto limitato. Ho notato tuttavia che i suoi colleghi hanno più volte effettuato download di quanto disponibile sul server inserendolo in un direttorio del PC a disposizione degli allievi posto di fianco al mio studio. Non ricordo se abbiano anche compresso i file in un unico archivio ma, in ogni caso, la copia del contenuto di un direttorio su dischetto è una operazione abbastanza veloce.   Roberto Guidorzi

Non disponendo di Internet a casa, mi collego quasi sempre dalla sala terminali (CCIB), dato che la sala internet full-access è quasi sempre occupata. Dispongo di un indirizzo di posta elettronica presso YAHOO (match_97@yahoo.com), ma, poiché l'accesso ad internet all'esterno della facoltà è proibito con l'account di Teoria dei Sistemi (scelta che condivido pienamente), mi chiedevo se non fosse possibile attivare la possibilità di collegarsi agli indirizzi specifici che offrono un servizio di posta elettronica (ad esempio, quello per leggere la posta su yahoo è www.mail.yahoo.com).   Marcello Romani

Sono uno studente di Ingegneria Informatica che sta frequentando i corsi del terzo anno (Reti logiche, Teoria dei sistemi, Analisi III). Vorrei sostenere tutti e tre gli esami nella sessione gennaio-febbraio, ma sono rimasto sorpreso da come tutti gli esami siano previsti per gli stessi giorni (Analisi il 10/1 e il 7/2, Teoria dei sistemi 11/1 e 8/2). Se al primo appello mi dovesse andar male l'esame che preparerò, mi risulterebbe impossibile sostenere l'esame dell'altra materia. Invece di parlare di riforme radicali dell'università rischiando di compromettere anche la preparazione finale degli studenti, non sarebbe meglio far funzionare meglio quello che già c'è inserendo qualche appello in più, cercando di accordarsi tra docenti, o distribuendo gli esami durante tutto l'anno invece che in sole tre sessioni di due mesi dove ci si ritrovano un sacco di esami accavallati? Mi piacerebbe conoscere un suo parere, per ora la ringrazio.   Andrea Formenti

Concordo con lei sulla opportunità (o meglio necessità) di un coordinamento tra le date degli appelli resa, oggi, problematica dalla assenza di strutture (o sistemi automatizzati) che gestiscano tale coordinamento, dalla scarsa disponibilità (in periodo di esami) di aule di capienza adeguata per lo svolgimento delle prove scritte e dalla necessità per molti docenti di coordinare le date di esami relativi a corsi diversi, magari in sedi diverse. Le assicuro che, alla fine, i gradi di libertà sono ridottissimi (molte date non sono, in realtà, scelte dal docente ma imposte dalla disponibilità delle aule). Sul numero di appelli non credo si possa applicare un criterio generale poiché l'impegno necessario dipende fortemente dalla struttura della prova. Un esame per il quale sia prevista la sola prova orale può venire distribuito su un numero anche molto elevato di appelli (es. ogni settimana) senza che questo comporti particolari problemi organizzativi mentre un esame che preveda una prova scritta articolata con domande a risposta multipla, esercizi ecc. richiede una organizzazione di tutt'altro genere e la disponibilità di locali adeguati per lo svolgimento; in questi casi non è materialmente possibile, con le risorse disponibili, andare oltre certi limiti. Infine per quanto riguarda certe riforme, il problema non è, a mio avviso, legato al fatto che se ne parli ma, piuttosto, che stiano per venire attuate senza avere predisposto in maniera adeguata le strutture necessarie ;-)   Roberto Guidorzi

Gentile professore, questa non è un domanda, ma solo un complimento per la serietà e la completezza del Suo sito, cosa che, ahimè, mai potrà essere realizzata all'Università di Napoli, dove anch'io studio Ingegneria Informatica. Ho apprezzato soprattutto la pagina sulle FAQ e sulle prove di esame più recenti. Ancora complimenti e buone cose! :o) (Wed Dec 8 22:01:04 1999)  Antonio La Scala

Volevo segnalare la totale scorrettezza da parte del prof. di XXXXXX perché i suoi compiti sono un terno al lotto, nel senso che dà degli esercizi che non rispecchiano affatto il corso, nel senso che occorre ingegnarsi per trovare la soluzione al problema che viene presentato... (Wed Dec 22 12:55:08 1999, intervento anonimo)

Ho inserito solo le prime righe del testo precedente non a causa della forma o dei contenuti ma per essere stato inviato in maniera anonima. Aggiungo che è ben comprensibile come in certi casi l'autore di un intervento ritenga non opportuno che il suo nome venga reso noto; è però sufficiente richiederlo (in questo caso sarei stato io stesso a suggerirlo). Quando poi un intervento chiama in causa altre persone, ne viene loro trasmessa copia con richiesta di un commento da inserire in Forum assieme all'intervento. Naturalmente quando viene richiesto l'anonimato, il nome dell'autore dell'intervento non viene comunicato ad alcuno. Se chi ha inviato l'intervento precedente desidera che il testo completo venga inserito in Forum assieme alla risposta del docente chiamato in causa, deve quindi comunicarmi il suo nome ed un recapito (numero telefonico o indirizzo e-mail) ove poterlo contattare.   Roberto Guidorzi

 

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