Sono stato un suo allievo qualche anno fa, ora sono già laureato e girovagando per Internet mi sono imbattuto in questo server Web. Qualcosa non va. Nel 1994 sono stato per 5 mesi all'Università di Eindhoven (che Lei conosce bene) e ho lavorato nel gruppo di Information Theory come laureando ospite. In quella occasione mi ha favorevolmente colpito l'approccio amichevole e spontaneo tra studenti (a vario titolo) e docenti (alcuni dei quali noti nel mondo). Due volte al giorno si beveva caffè insieme. Spesso al termine della giornata io e un mio collega si invitava il "Prof." a bere una birra insieme. Al mio arrivo in Olanda il mio Prof. mi ha invitato a cena a casa sua insieme alla sua famiglia. Perchè tutto ciò in Italia non succede?? Perchè i nostri prof. sono così asettici, a tal punto da diventare virtuali via Internet? Cosa ha in più un Prof. rispetto ad un freddo libro o una pagina WEB? Saranno le macchine i futuri interlocutori dei miei figli? Mi farebbe piacere avere la sua opinione in proposito. Franco Casadei
Condivido il suo apprezzamento per lo spirito di collaborazione tra
docenti ed allievi che lei ha riscontrato alla Eindhoven University
of Technology dove, effettivamente, sono stato molte volte e dove ho
vari stimati amici e colleghi (se, nelle sue navigazioni, avrà
occasione di visitare un'altra sezione di questo server
http://sting.deis.unibo.it/simonet/,
potrà rendersi conto di
come vi siano tuttora rapporti di cooperazione, nell'ambito della ricerca,
tra l'Università di Bologna ed il Politecnico di Eindhoven).
Aggiungo che ho ospitato a Bologna studenti di Eindhoven e che
abbiamo avuto modo di confrontare insieme le diverse modalità
di preparazione del caffè nei due paesi ed anche i piatti
tipici.
Devo anche aggiungere che ho trovato situazioni molto simili nelle
varie università che ho avuto occasione di visitare, anche se con
connotazioni legate al carattere delle società nelle quali
erano inserite. Cosa distingue dunque le nostre università
da altre, sul piano dei rapporti tra docenti ed allievi?
È abbastanza
facile individuare uno degli aspetti rilevanti, cioè
il rapporto tra numero di allievi e di docenti che,
nelle università italiane raggiunge talvolta valori pari a
4 o 5 volte quello massimo ammesso altrove. È evidente
come ad un docente con un carico, ad esempio, di 500 esami, resti
poco tempo per il caffè.
Vengo adesso alla parte più curiosa della sua lettera;
curiosa perché l'interpretazione data alla introduzione
di un server Web nell'ambito di un corso è... sfasata
di 180 gradi rispetto alle finalità reali e rispetto
alla interpretazione data dagli allievi che lo utilizzano.
Come ha fatto il sig. Franco Casadei, anche io, girovagando su Internet, ho fatto una visita al sito del prof. Guidorzi, spinto da una grande curiosità avendo sostenuto questo esame ormai tre anni or sono. Ebbene, contrariamente a quanto sostiene il sig. Casadei, mi schiero completamente dalla parte del prof. Guidorzi, e ritengo questa sperimentazione via Internet uno strumento veramente formidabile. Credo inoltre che questo tipo di rapporto fra docenti e studenti sia destinato a diventare uno strumento insostituibile nel momento in cui la Telecom si deciderà ad introdurre le tariffe forfettarie come già avviene in altri stati. Solo allora tutti gli studenti potranno avere accesso alla rete a condizioni favorevoli, senza avere il terrore della bolletta milionaria alla fine del bimestre. I miei complimenti professore e un invito a proseguire su questa strada. Moreno Bondi
Sono uno studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni del terzo anno.
Ho partecipato ieri alla conferenza a Chimica Industriale su Internet e
dintorni e l'ho trovata molto interessante.
Per quanto riguarda il suo intervento sono convinto che pochi professori,
oggi, dimostrino l'interesse e l'impegno che ha lei nello sviluppo di nuove
forme di didattica.
Sono rappresentante degli studenti in CdF e in Commissione Didattica e ho
imparato che tutte le iniziative che comportano un carico di lavoro in
più partono già con un grosso handicap: intendiamoci, questo
vale sia per i professori che per gli studenti.
Vengo al punto.
Il punto dolente dell'iniziativa che lei ha portato avanti è
l'utilizzazione.
In Facoltà non esistono stazioni dedicate all'utilizzo del Web,
e credo che sarebbe irrealizzabile, per ora, proporre una cosa di questo tipo.
Dunque per accedere alle informazioni sul suo corso bisogna avere un
abbonamento Internet che costa circa 300.000 annue.
Oppure bisogna essere residenti nel comune di Bologna (sempre che Iperbole
permetta l'accesso al server del corso), ma anche così solo una piccola
fetta dei suoi studenti potrebbe accedervi, discriminando tutti gli altri.
Si è valutata quindi la possibilità di dare un accesso
dall'esterno a tutti gli studenti di ingegneria limitatamente al periodo
di iscrizione universitaria?
Mi piacerebbe avviare una discussione costruttiva per portare avanti
proposte in commissione didattica.
Mi può rispondere all'indirizzo impegno@ecn01.cineca.it specificando che il
messaggio è per Francesco Girelli, non ho infatti una e-mail, nonostante le
tre richieste avanzate al Centro di Calcolo, alle quali è stato risposto
che il Centro, per ora non può accettare un ulteriore sovraccarico della
rete(?!?!).
Sto comunque concludendo un accordo con la nonna di una amica, residente nel
Comune di Bologna....
La ringrazio fin d'ora per il tempo che mi concederà. La Teoria dei Sistemi è molto interessante (anche se un po' complicata). In particolare è notevole la potenza degli strumenti messi a disposizione da tali studi... tanto che mi chiedo come mai solo gli Informatici debbano averne accesso. D'accordo, i risultati principali sono "divulgati" nel corso di Controlli Automatici, ma mi pare ugualmente poco. Ho incontrato anche un piacevole (anche se pesante) libretto intitolato Introduzione al Pensiero Complesso; l'autore dovrebbe essere Edgard Morin. In tale libro si parla molto della Cibernetica e della Teoria dei Sistemi in senso lato. Può darmi altre informazioni sull'argomento? E soprattutto, tali critiche al "pensiero semplificante" sono rimaste tali o hanno prodotto risultati? Denis Brandolini
Il corso di Teoria dei Sistemi è stato introdotto alla
Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna come
obbligatorio per tutti gli allievi; solo successivamente alcuni settori
(Elettronica e Telecomunicazioni) hanno preferito abolire
l'obbligatorietà del corso. Non sta a me, in qualità di
docente di
tale materia, giudicare l'opportunità o meno di questa scelta;
in generale tuttavia ritengo più completi i curricula che
prevedono basi di conoscenze a spettro ampio rispetto a quelli molto
focalizzati su conoscenze specifiche.
Sono un suo studente dell'A.A. 1995/96. Non so se si ricorda di me;
sono stato fra quelli che hanno pertecipato con entusiasmo alla sua iniziativa
telematica. Prima di tutto, colgo l'occasione per farle i più
sinceri complimenti per come ha ristrutturato il server.
È formidabile; soprattutto ritengo sia veramente
utile la suddivisione tematica delle FAQ e questo Forum che permette un
contatto diretto con i docenti.
Peccato che per ora la sua iniziativa abbia avuto scarso seguito tra i
suoi colleghi. Nello statuto della nostra Facoltà è presente un corso sulla identificazione dei sistemi dinamici che non è stato ancora attivato per mancanza di risorse. Sto tuttavia avviando, nell'ambito di un progetto europeo, una sperimentazione didattica avanzata proprio in questo settore; tale sperimentazione utilizerebbe strumenti telematici e sarebbe quindi accessibile anche da Bologna. Se il suo interesse è condiviso anche da altri allievi potrei sottoporre al Consiglio del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica la proposta di estendere la sperimentazione agli allievi del nostro Ateneo. Roberto Guidorzi Dopo 3/4 di corso di Analisi II i docenti hanno deciso che gli allievi non iscritti per la prima volta al secondo anno non possono sostenere l'esame col docente del corso attuale (da loro seguito), ma con quello che ha tenuto il corso nell'anno precedente. Tali pratiche burocratiche non le sembrano in contrasto con i principi etici e formativi che i docenti dovrebbero trasmetterci? Mi dispiace servirmi di questa risorsa, ma non ho gli indirizzi di posta elettronica degli insegnanti di Analisi II. Nicola Garofalo Purtroppo il meccanismo attuale degli esami e delle relative commissioni, ribadito nella delibera del CCdL di Ottobre 1996, (non la cattiva volontà dei docenti) impedisce che si possa aderire alla richiesta degli studenti in quanto gli allievi in debito di Analisi Matematica II sostengono l'esame nella Sessione Invernale 1995/1996 mentre gli studenti attualmente in corso sostengono l'esame come anticipo della Sessione Estiva 1996/1997. Il regolamento richiede che il presidente della Sessione Invernale sia il professore che ha tenuto il corso nel 1995/1996 mentre per l'anticipo della Sessione Estiva sia il docente che ha tenuto il corso nel 1996/1997. Cambiando queste rigide regole è possibile aderire alle richieste. Noi docenti (Matarasso e Ravaglia) siamo favorevoli; nessuno di noi ha fame di studenti anzi ne siamo sazi. Non siamo però favorevoli a soluzioni tipo registrazioni successive et similia. Silvano Matarasso
Vorrei suggerire ai miei colleghi "naviganti" un sito secondo me molto
interessante, che offre un ampio ventaglio di software di cui fare il
download. Riguardo all'attuale situazione di accesso limitato ad Internet, desidererei esporre un'idea. Mi chiedo infatti se non sia possibile limitare l'accesso ad un periodo determinato di tempo (ad esempio, un'ora). Non sto parlando di nuove fascie orarie, ma del tempo massimo utilizzabile dalla fase di login. Al termine del tempo concesso, il server dovrebbe sconnettere automaticamente l'utente, magari visualizzando in primo piano un messaggio del tipo: CONNESSIONE TERMINATA: TEMPO MASSIMO RAGGIUNTO!, così che sia visibile anche da chi è in attesa di un posto libero ai computer... Vorrei far notare infatti che l'accesso full-internet è possibile solo nella saletta del Centro di Calcolo dove, peraltro, sono disponibili solo DUE computer (dei cinque iniziali). Il fatto è che questi calcolatori risultano perennemente occupati, mentre quelli della sala grande sono limitati all'accesso locale... Questo è ciò che propongo (peraltro non so neanche se risulti attuabile a livello di implementazione software...). La ringrazio per l'ottimo spazio riservato al Forum sul server del Corso. Gabriele Budelacci Parlando con il Direttore del Centro di Calcolo avevo proposto una soluzione di questo tipo su tutte le macchine (anche quelle della sala situata nell'edificio "Aule Nuove"), finalizzata al rispetto delle ore prenotate. Il sistema operativo utilizzato per la gestione della connessione in rete dei PC non consente tuttavia, almeno attualmente, questa possibilità. In un futuro abbastanza prossimo verranno probabilmente attuate, a livello di Ateneo, misure atte ad impedire l'accesso a siti del tutto estranei alle finalità culturali ed educative dell'Università. Questo sta avvenendo in tutti i paesi sia per limitare l'uso delle risorse, ovviamente limitate, alle attività didattiche e di ricerca sia per evitare l'accesso ai siti che fanno un uso palesemente improprio della libertà di cui godono. Roberto Guidorzi Sono uno studente di Ingegneria Informatica dell'Università di Firenze, frequento il quarto anno e fra breve dovrò scegliere l'orientamento. È una scelta molto importante ma non ritengo di avere strumenti o parametri per operarla. I due orientamenti possibili sono: Automatica e Informatica, il primo dovrebbe approfondire i problemi dell'automazione e del controllo, il secondo le tematiche relative al sofware e alla sua progettazione. Sono due indirizzi ben distinti ma a parte una mia personale predilezione per l'uno o per l'altro non riesco a trovare altri criteri discriminanti come le opportunità di lavoro e l'effettiva richiesta di tali specifiche competenze da parte del mercato. Le sarei grato se potesse darmi qualche delucidazione o indicarmi qualche utile fonte d'informazione. Davide Corgiolo
La domanda che lei pone mi è decisamente familiare avendola
sentita già molte volte dagli allievi di Bologna. Come ho sempre
fatto in passato, limiterò la mia risposta ad alcune considerazioni.
Vorrei esporre, in maniera un po' più estesa di quanto non sia
stato possibile fare sul questionario distribuito a lezione, il mio
punto di vista sul server di Teoria dei Sistemi.
Il punto di vista degli utenti finali di un servizio fornisce sempre
utili indicazioni per il miglioramento del servizio stesso; la sua
analisi non fa eccezione e mi fornisce indicazioni molto interessanti
per lo sviluppo della versione del server che renderò disponibile
nel prossimo anno accademico. La sua analisi tocca anche altri argomenti
e pone quesiti sui quali ritengo utile esprimere la mia opinione.
Sono un suo studente dell'A.A. 1995/96. Vorrei fare presente a lei e a tutti
gli studenti che seguono il suo corso quanto mi è successo sostenendo
l'esame di Calcolatori Elettronici I. Non potendo raccontare l'accaduto in
poche righe la invito a visitare il mio sito Web
Vorrei innanzitutto esprimere apprezzamento per un'iniziativa come Forum che
permette a tutti di esprimere liberamente opinioni e dibattere argomenti di
interesse comune. Mi sembra che sia un modo per avvicinare studenti e docenti
e credo che ce ne sia sempre più bisogno.
Per quanto concerne le affermazioni dello studente Alboni vorrei però,
correggere alcune imprecisioni che, senza ledere il diritto alla libertà
di espressione, potrebbero di fatto risultare contraddittorie per altri
studenti e che credo di dovere chiarire con molta precisione.
Sono peraltro precisazioni che ho avuto molte volte occasione di esprimere
agli studenti venuti a colloquio e che certamente avrei espresso nello stesso
modo allo studente in questione.
Tempo fa ho letto il libro Il Fuzzy Pensiero di Bart Sosko.
In esso ho trovato diversi spunti interessanti sui quali vorrei discutere.
Anzitutto, l'idea della Fuzzy Logic è molto accattivante e potente, ma
non posso fare a meno di criticare la contrapposizione "Budda vs. Aristotele"
forzata dall'autore. Considerare la logica aristotelica come caso limitato
- e quindi secondo Sosko sbagliato - della logica Fuzzy mi sembra veramente
riduttivo nonché anacronistico. Soprattutto è inaccettabile l'affermazione
"... se Budda avesse conosciuto la matematica..." più volte citata e
sottointesa.
Inaccettabile perché la matematica è nata e si è sviluppata nella
civiltà
greca appunto perché si era creato un valido sistema logico dicotomico.
Tale affermazione dimostra anche superficialità, in quanto il "liberarsi dal
mondo" del buddismo è in netto contrasto con il tentativo di darne modelli
matematici.
Visto che l'esame di Calcolarori 1 è diventato un argomento scottante, voglio
aggiungere anche le mie impressioni.
Ero presente alla correzione dell'ultimo compito il giorno 21 Marzo 97, e devo
dire di esserne uscito disgustato, ma non per il comportamento del
professore, fin troppo corretto, ma per quello degli studenti.
La battuta alla chiamata telefonica del professor Neri "mi sento il Generale
Custer" era più che appropriata.
Un'orda di una quarantina di persone(?) lo assediava ed aggrediva con le più
patetiche recriminazioni; posso capire che non ci si possa trovare in
accordo con il docente, ma c'è modo e modo!
E' proprio sul modo che voglio discutere.
Ormai è il quinto anno che sono in questa facoltà, e devo dire che più passa
il tempo più il mio giudizio sugli studenti peggiora.
Innanzitutto noto una totale mancanza di dignità da parte dei più. Si vede
gente implorare i professori o attaccarsi ad ogni cavillo per ottenere un
punto in più.
Ma ciò che è peggio è la mancanza della disciplina e del
rispetto che dovrebbero distinguere un ambiente come quello universitario.
Se in molti casi il comportamento dei docenti è fastidioso (alcuni ti trattano
come carne da macello), devo dire che è molto peggio quello degli studenti.
L'arroganza che distingue certe figure è resa ancor più insopportabile dal
fatto che questi riescano ottenere ciò che vogliono, a scapito di quelli più
rispettosi che - accettando un giudizio capendo la difficoltà di chi deve
esprimerlo - si trovano sempre in condizioni di svantaggio rispetto ai primi.
Anche il prof. Neri, nonostante il forte temperamento, è influenzato dalle
proteste tanto più quanto sono insistenti.
Molti di quelli che hanno protestato hanno guadagnato un punto o il sospirato
18.
Questo non è male in sè; il problema è che in quella condizione di inferiorità
numerica il suo giudizio non può non esserne stato influenzato.
Ciò che mi ha più infastidito è comunque stato un gesto, volgare e plateale,
compiuto da un buffone di fronte a tutti.
In quel momento ho sperato che Neri prendesse in mano la situazione con
fermezza e decisione - mentre invece ha battuto in rimessa prendendola sul
ridere, e quindi consegnando la gloria al nostro buffone.
Quel gesto totalmente fuori luogo ha fatto piombare un pesante tanfo
sull'ambiente; in un'attimo quella terribile sensazione
da caserma che connota ormai la nostra facoltà è diventata esplicita e mi
ha oppresso. Mi sono dilungato troppo - arrivo alle conclusioni: Nella confusione e poca professionalità che spesso si incontra in giro, colgo l'occasione di questo Forum, per chiedere un consiglio. Ho comprato un pc e volevo sapere se fosse consigliabile lasciarlo sempre acceso visto che subisce circa tre o quattro accensioni al giorno. Ho studiato che lo stress maggiore per gli hard-disk è proprio dovuto alle accensioni. Gabriele Tinti Il problema che lei pone è di interesse generale ed ha diversi risvolti; cerchiamo di esaminare quelli principali. All'accensione di un personal computer abbiamo, come per ogni apparecchiatura elettronica, transitori di tipo elettrico che determinano condizioni anomale di carico su alcuni componenti, in particolare su quelli dell'alimentatore; per questo motivo molte apparecchiature di uso comune non disconnettono mai completamente l'alimentazione ma restano in uno stato di stand-by. Oggi tuttavia è molto raro che gli alimentatori switching dei personal computer siano soggetti a cedimenti e, inoltre, si tratta di componenti di costo molto contenuto. Un po' più delicato il transitorio sull'alimentatore del monitor che può essere soggetto anche a stress dovuti alla presenza di segnali di ingresso contenenti frequenze di sincronismo troppo elevate; questo dipende dalla scheda video e quelle attuali non dovrebbero creare problemi di questo tipo. Veniamo infine ai dischi rigidi; in effetti le testine di lettura dovrebbero distaccarsi dal disco per effetto dinamico e questo genera, finché il disco non ha raggiunto la velocità di regime, uno stress di tipo meccanico. Anche qui tuttavia le moderne tecnologie di trattamento della superficie del disco hanno ridotto drasticamente il problema sino a renderlo poco significativo. Le considerazioni precedenti orienterebbero, almeno qualitativamente, alla soluzione "computer sempre acceso"; anche questa soluzione può tuttavia presentare inconvenienti legati alla maggior probabilità di essere soggetti a transitori sulla rete che possono risultare molto dannosi. La soluzione teoricamente più sicura potrebbe essere: gruppo di continuità + computer sempre acceso; una seconda soluzione più pratica potrebbe consistere nell'inserire sulla presa che alimenta il computer un soppressore di disturbi impulsivi (spikes) (comunemente reperibile presso i fornitori di materiale elettrico) e nell'evitare di spegnere il computer qualora l'intervallo di non utilizzo sia relativamente limitato (es. meno di un'ora). Infine sarebbe consigliabile, qualora il sistema operativo consenta l'operazione, parcheggiare le testine dei dischi rigidi prima dello spegnimento in modo che l'eventuale usura anomala alla partenza riguardi sempre una zona non utilizzata per la memorizzazione. Aggiungo che questo server, in funzione ormai da due anni e dotato di soppressore di spikes, non ha mai dato luogo a problemi. Roberto Guidorzi Tra una prova d'esame ed un'altra, tra una promozione con 30 e lode e un sufficiente, ma poco gratificante 18, tra una polemica con il docente e una dichiarazione di eterna gratitudine per lo stesso... perché non venite a visitare questo sito, completamente estraneo a vicende universitarie, ma frutto comunque di impegno da parte di uno studente, imbeccato da esperienze avute con il prof. Guidorzi durante la preparazione dell'esame di Teoria dei Sistemi, superato con un "senza infamia e senza lode" 21? http://www.geocities.com/Colosseum/Loge/1450/. È tutta salute, mentale e fisica... Grazie!! Nicola Garofalo (nicgar@tirreno.it)
Trovo l'idea del forum gestito direttamente da un professore davvero buona, e
direi piuttosto inconsueta nel panorama accademico italiano.
Ho apprezzato e talvolta condiviso le opinioni espresse sia da studenti che
da docenti, in particolare alcune note espresse da Denis Brandolini in merito
ai rapporti studenti/docenti, tema personalmente molto sentito.
Ritengo di poter dire, senza sentirmi un traditore della "categoria", che
l'atteggiamento della maggioranza degli studenti verso l'istituzione
Università sia improntato più al "superare" gli esami che
ad apprendere (da cui deriva il mendicare i voti o fare i furbi agli esami),
ma credo anche che questo comportamento sia notevolmente foraggiato
dall'atteggiamento che la maggior parte dei docenti tiene nei confronti della
didattica: un compendio alle attività vere (o vere attività?),
siano esse di ricerca o professionali.
È una questione dolente e grave a cui pochissimi docenti si sottraggono.
Di seguito elenco alcuni punti di riflessione che mi sembrano particolarmente
importanti.
Quello che non c'è può sempre venire costruito se esiste la
capacità e la volontà di farlo. Nel mio attuale incarico di
direttore del
CITAM (che si aggiunge
agli impegni didattici, di
ricerca ecc.) ho promosso il progetto AlmaWeb orientato alla attivazione
di servizi simili a quelli che sto sperimentando con gli allievi del mio
corso da parte di tutti i docenti del nostro Ateneo interessati a tale
sperimentazione. Entro breve consegneremo i server ed inizieremo i corsi
di addestramento all'uso degli stessi.
Intervengo sulla questione della mancanza di accessi Web dalla nostra Facoltà: Gabriele Budellacci ha giustamente proposto di limitare il tempo massimo di Login, cosa che era attiva nella cosiddetta Saletta Internet, era impostata per un login massimo di 2 ore e pochi minuti prima dell'uscita obbligata avvisava l'utente, Ora invece pare sia disabilitata. Una soluzione alternativa/complementare sarebbe di distribuire a chi ne faccia richiesta un account personale con un massimo di Login settimanale... esempio 2-3 ore, usando come Username il numero di matricola. Per ottenere un account sarebbe sufficiente presentare il proprio libretto universitario. Inoltre un sistema di account personali impedirebbe l'uso dell'accesso Internet per scopi diversi da quelli didattici. Stefano Girotti Vorremmo il suo parere su di una frase di George Bernard Shaw che ci è finita sott'occhio. Più o meno recita così: La necessità di approfondire sempre di più lo studio settori sempre più specifici della conoscenza porterà ineluttabilmente l'uomo a sapere tutto sul nulla... Dario Bottazzi e Davide Cacciari L'affermazione di Shaw evidenzia quello che è certamente un problema attuale: la difficoltà ad avere conoscenze non superficiali in settori scientifici diversi e, spesso, persino in rami diversi del proprio settore specifico; tale situazione, generata, come afferma Shaw, dal grande avanzamento delle conoscenze, ha molteplici risvolti negativi che spaziano dalla "incomunicabilità" sul piano scientifico a problemi di ordine pratico quali la incompatibilità tra sistemi complessi progettati da specialisti diversi (è stato accertato, ad esempio, come un apparecchio telefonico GSM possa interferire in maniera rilevante sul sistema di guida di un aereo). Tutto questo fa tramontare definitivamente l'illusione illuministica di potere acquisire ogni possibile conoscenza su quanto ci circonda ed evidenzia la grande complessità intrinseca anche di fenomeni che si pensava di conoscere ormai completamente; la conoscenza sembra piuttosto un processo asintotico nel quale raggiungiamo gradi sempre migliori di approssimazione ma senza riuscire ad afferrare completamente la realtà. Il timore che questo processo ci porti ad una frammentazione tale da rendere irrilevanti i contenuti dei singoli rami del sapere ("il nulla") mi sembra, per ora almeno, solo un modo brillante e paradossale per evidenziare il fenomeno e il pericolo, quello sì reale, della crescente dificoltà ad acquisire panorami culturali vasti ma non superficiali rispetto allo stato di avanzamento delle conoscenze. Roberto Guidorzi Ho trovato molto brillante l'idea di integrare il materiale didattico con i file a disposizione sul sito web. Penso tuttavia che sarebbe molto utile, per chi ne vuole usufruire, un file .zip in cui si trovino FAQ, testi d'esame e materiale vario; questo comporterebbe una velocizzazione notevole del download, che altrimenti richiede l'apertura di ogni singolo file ed il suo salvataggio su disco. Luca Fiuzzi Il suo suggerimento è senz'altro valido ma temo di non essere in grado di adottarlo perché comporterebbe l'aggiornamento del file .zip ogni volta che inserisco o modifico qualcosa (come sto facendo in questo momento) sul server ed il tempo che posso dedicare a queste attività è molto limitato. Ho notato tuttavia che i suoi colleghi hanno più volte effettuato download di quanto disponibile sul server inserendolo in un direttorio del PC a disposizione degli allievi posto di fianco al mio studio. Non ricordo se abbiano anche compresso i file in un unico archivio ma, in ogni caso, la copia del contenuto di un direttorio su dischetto è una operazione abbastanza veloce. Roberto Guidorzi Non disponendo di Internet a casa, mi collego quasi sempre dalla sala terminali (CCIB), dato che la sala internet full-access è quasi sempre occupata. Dispongo di un indirizzo di posta elettronica presso YAHOO (match_97@yahoo.com), ma, poiché l'accesso ad internet all'esterno della facoltà è proibito con l'account di Teoria dei Sistemi (scelta che condivido pienamente), mi chiedevo se non fosse possibile attivare la possibilità di collegarsi agli indirizzi specifici che offrono un servizio di posta elettronica (ad esempio, quello per leggere la posta su yahoo è www.mail.yahoo.com). Marcello Romani Sono uno studente di Ingegneria Informatica che sta frequentando i corsi del terzo anno (Reti logiche, Teoria dei sistemi, Analisi III). Vorrei sostenere tutti e tre gli esami nella sessione gennaio-febbraio, ma sono rimasto sorpreso da come tutti gli esami siano previsti per gli stessi giorni (Analisi il 10/1 e il 7/2, Teoria dei sistemi 11/1 e 8/2). Se al primo appello mi dovesse andar male l'esame che preparerò, mi risulterebbe impossibile sostenere l'esame dell'altra materia. Invece di parlare di riforme radicali dell'università rischiando di compromettere anche la preparazione finale degli studenti, non sarebbe meglio far funzionare meglio quello che già c'è inserendo qualche appello in più, cercando di accordarsi tra docenti, o distribuendo gli esami durante tutto l'anno invece che in sole tre sessioni di due mesi dove ci si ritrovano un sacco di esami accavallati? Mi piacerebbe conoscere un suo parere, per ora la ringrazio. Andrea Formenti Concordo con lei sulla opportunità (o meglio necessità) di un coordinamento tra le date degli appelli resa, oggi, problematica dalla assenza di strutture (o sistemi automatizzati) che gestiscano tale coordinamento, dalla scarsa disponibilità (in periodo di esami) di aule di capienza adeguata per lo svolgimento delle prove scritte e dalla necessità per molti docenti di coordinare le date di esami relativi a corsi diversi, magari in sedi diverse. Le assicuro che, alla fine, i gradi di libertà sono ridottissimi (molte date non sono, in realtà, scelte dal docente ma imposte dalla disponibilità delle aule). Sul numero di appelli non credo si possa applicare un criterio generale poiché l'impegno necessario dipende fortemente dalla struttura della prova. Un esame per il quale sia prevista la sola prova orale può venire distribuito su un numero anche molto elevato di appelli (es. ogni settimana) senza che questo comporti particolari problemi organizzativi mentre un esame che preveda una prova scritta articolata con domande a risposta multipla, esercizi ecc. richiede una organizzazione di tutt'altro genere e la disponibilità di locali adeguati per lo svolgimento; in questi casi non è materialmente possibile, con le risorse disponibili, andare oltre certi limiti. Infine per quanto riguarda certe riforme, il problema non è, a mio avviso, legato al fatto che se ne parli ma, piuttosto, che stiano per venire attuate senza avere predisposto in maniera adeguata le strutture necessarie ;-) Roberto Guidorzi Gentile professore, questa non è un domanda, ma solo un complimento per la serietà e la completezza del Suo sito, cosa che, ahimè, mai potrà essere realizzata all'Università di Napoli, dove anch'io studio Ingegneria Informatica. Ho apprezzato soprattutto la pagina sulle FAQ e sulle prove di esame più recenti. Ancora complimenti e buone cose! :o) (Wed Dec 8 22:01:04 1999) Antonio La Scala Volevo segnalare la totale scorrettezza da parte del prof. di XXXXXX perché i suoi compiti sono un terno al lotto, nel senso che dà degli esercizi che non rispecchiano affatto il corso, nel senso che occorre ingegnarsi per trovare la soluzione al problema che viene presentato... (Wed Dec 22 12:55:08 1999, intervento anonimo) Ho inserito solo le prime righe del testo precedente non a causa della forma o dei contenuti ma per essere stato inviato in maniera anonima. Aggiungo che è ben comprensibile come in certi casi l'autore di un intervento ritenga non opportuno che il suo nome venga reso noto; è però sufficiente richiederlo (in questo caso sarei stato io stesso a suggerirlo). Quando poi un intervento chiama in causa altre persone, ne viene loro trasmessa copia con richiesta di un commento da inserire in Forum assieme all'intervento. Naturalmente quando viene richiesto l'anonimato, il nome dell'autore dell'intervento non viene comunicato ad alcuno. Se chi ha inviato l'intervento precedente desidera che il testo completo venga inserito in Forum assieme alla risposta del docente chiamato in causa, deve quindi comunicarmi il suo nome ed un recapito (numero telefonico o indirizzo e-mail) ove poterlo contattare. Roberto Guidorzi Trovo assurdo che il prof. R. Guidorzi abbia fissato solo 2 appelli per sessione di "Teoria dei Sistemi". Fosse almeno facile l'esame... (Thu Mar 2 19:28:31 2000, intervento anonimo)
Vengo meno, per una volta, alla regola generale di non riportare interventi
anonimi perché l'intervento precedente mi ha notevolmente incuriosito e si
presta a qualche riflessione.
Non mi riferisco al fatto (banale e riportato, tra l'altro, in maniera incompleta)
che il corso preveda, durante l'anno accademico sei prove scritte; chi ha seguito
il corso e conosce la struttura della prova sa benissimo i motivi che
non consentono un numero maggiore di prove; quello che lo scrivente non
dice (forse non lo sa) è che il numero di appelli orali, ai quali si viene ammessi
anche con prova scritta insufficiente, non solo non è limitato ma le date possono
venire fissate direttamente dagli allievi. Sono di Roma II, e volevo farLe i complimenti per la splendida iniziativa! Teoria dei Sistemi è stato il mio 29simo esame e, sono sicuro, se avessi avuto a disposizione gli strumenti che offre ai suoi studenti, avrei terminato il corso di laurea molto prima!!! Complimenti!! (Mon Jun 5 16:38:12 2000, Lucio Virzì) Grazie. Il materiale inserito sul server ha il vantaggio, data l'assenza di limitazioni di accesso, di essere a disposizione di quanti ritengono possa risultare utile. Roberto Guidorzi Gentile professore, le propongo una riflessione un po' extra-accademica. L'eccelso Isaac Asimov articola una sua celebre trilogia di romanzi: "La Fondazione", su una scienza molto sui generis da lui battezzata psicostoria. Tale disciplina applicava modelli matematici complicatissimi (l'autore parla in continuazione di sistemi integro differenziali) allo studio del comportamento di popolazioni di miliardi di individui, quindi ne estrepolava i risultati fino alla previsione degli eventi futuri anche lontani migliaia di anni: dalle scelte politiche a quelle economiche e militari con una previsione quasi assoluta. Al di là dell'invenzione letteraria, peraltro altissima e originale, le chiedo se esistono dei risultati importanti della Teoria dei Sistemi in applicazioni come la macroeconomia, o della macrosociologia per quanto riguarda le previsioni. Inoltre le domando se ci sono degli impedimenti scientifici (più che pratici) all'ampliarsi di possibilità in questi campi. So che è un argomento vasto e non adatto ad una sede sintetica come il Forum. Magari riesco a soddisfare una curiosità mia e/o ad suscitare curiosità in qualcuno e perché no, far avvicinare ad Asimov qualche lettore che finora lo ha mancato. La ringrazio. (Wed Jun 7 13:52:17 2000, Gianpiero Semeraro) Ho letto (a suo tempo) le opere che lei cita e le ricordo bene dal momento che trattano un argomento, quello dei modelli dinamici predittivi, del quale mi occupo non solo a livello di ricerca, ma anche di didattica. Il corso (distribuito via Internet) Dynamic System Identification presente nel manifesto degli studi delle Lauree in Ingegneria Elettronica, Informatica e delle Telecomunicazioni riguarda proprio la determinazione di modelli predittivi a partire da dati rilevati su processi reali ed è sorprendente come si possano modellare accuratamente anche processi complessi e certamente non governati da leggi naturali come, ad esempio, la quotazione delle azioni di una società. La differenza tra la quanto descritto magistralmente da Asimov e la realtà non riguarda quindi le metodologie (si usano proprio modelli dinamici cioè del tipo indicato da Asimov che, non dimentichiamolo, era uno scienziato che amava scrivere romanzi) quanto nella incertezza della previsione che, necessariamente, aumenta rapidamente al crescere dell'orizzonte temporale sul quale viene fatta. In altre parole: è abbastanza facile prevedere la quotazione di domani delle azioni della Compaq (con un errore di pochi dollari) ma la previsione del valore che avranno tra un mese è possibile ottenerla solo con una approssimazione che la rende praticamente inutile. Roberto Guidorzi | |||||||||||
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